Castello di Marmilla
Il Castello di Marmilla a Las Plassas viene ricordato come uno dei più importanti edifici storici del territorio.
Allo stato attuale, ciò che rimane della struttura è residuale, manifestando concretamente il protagonismo del castello durante le terribili vicende di guerra del Medioevo. Da lontano potrai già percepire un’aura di fascino e mistero, accentuato una volta giunto sulla sommità del colle in cui il castello è situato.
La prima documentazione che attesta la presenza del Castello è datata tra il 1168 e il 1172 quando il re Barisone I di Arborea, per ottenere il titolo di Re di Sardegna (Rex Sardinae) da Federico Barbarossa, cede in pegno i castelli di Arcuentu e di Marmilla al comune di Genova (1172-1195).
Esso, unitamente ai castelli di Arcuentu e Monreale, faceva parte della linea fortificata tra il Regno di Arborèa e quello di Càlari; la sua importanza strategica era data non solo dal presidio meridionale del Regno arborense, ma anche dalla protezione della via di comunicazione lungo il Flumini Mannu e della fertile pianura del Campidano, sempre ricca di cereali e leguminose.
La fortezza risulta edificata su una planimetria di forma esagonale, ed eretta tramite cantoni di arenaria attentamente squadrati. Dai pochi resti rimanenti potrai ricostruire con un po’ di fantasia la distribuzione degli spazi interni, immaginando le dimensioni degli alloggi della guarnigione, dei magazzini, la disposizione del grano nel deposito o gli ambienti della guardiania.
Tramite la serie di scavi che sono stati realizzati nel tempo al castello, sono stati rinvenuti frammenti di arredo architettonico e di armi, ceramiche e resti di cibo. Alcuni di questi preziosi rinvenimenti sono conservati nel Museo del Castello MudA, grazie al quale è possibile ricostruire le vicende storiche che hanno reso questo esempio di castello fondamentale per il popolo locale.
Orari di apertura e info
Il castello è aperto al pubblico e raggiungibile tramite un ripido ed impervio sentiero, possibilità di prenotare visite guidate attraverso i canali social Facebook ed Instagram del Museo Muda.