Lunamatrona
Lunamatrona è un borgo di antiche radici agropastorali, incastonato con grazia nella fertile pianura della Marmilla. Questo pittoresco scrigno, abbracciato dal fiume Mannu e cullato dalle sinuose colline della Trexenta, è un gioiello sospeso tra la maestosa Giara di Gesturi e la più piccola Giara di Siddi. Il nome deriverebbe da Juno Matrona, in onore di Giunone, la regina degli dei: forse doveva essere qui, in tempi remoti, che si ergeva un tempio dedicato a questa divinità.
Piccolo e affascinante villaggio ricco di tradizioni secolari e siti archeologici
Le produzioni agricole di Lunamatrona sono rinomate e rivelano un orgoglio antico: dai legumi all'olio extravergine, fino al nettare dionisiaco della malvasia, protagonista di una suggestiva celebrazione che tinge di festa l'inizio di settembre, insieme al profumo avvolgente del melone e alla nobiltà della pecora in cappotto.
Esplorando le strade del centro, sarai avvolto da testimonianze storiche che narrano di un passato ricco e distintivo. Al centro del borgo, svetta maestosa la chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, un gioiello classicista con tocchi seicenteschi, eretta tra la fine del XVI e l'inizio del XVII secolo sui resti di una precedente chiesa benedettina risalente al XI secolo. L'interno svela un'unica navata, coperta da volte a botte, e quattro cappelle per lato. Nella prima a destra, troverai il prezioso retablo di Santa Maria, originariamente custodito nella omonima chiesetta. I dipinti raccontano gli episodi della vita di Cristo, della Madre Divina e dei santi. I festeggiamenti in onore di San Giovanni, pieni di fervore e gioia, infiammano il borgo a fine giugno.
Ma il fascino di Lunamatrona non si esaurisce nelle sue mura sacre, poiché le sue radici affondano profondamente nell'antichità. Sulle sue terre, abbondano tesori archeologici di inestimabile valore, custodi dei segreti delle civilizzazioni che l'hanno abitata sin dai tempi prenuragici. Tra questi, spiccano il protonuraghe Trobas, il maestoso nuraghe Pitzu Cummu e la tomba dei Giganti su Cuaddu de Nixias (‘il cavallo di Nixias’), la più antica della Sardegna, risalente al 1700-1600 a.C. La sua fama si deve alla presenza di un foro sulla parte superiore della stele che, secondo la leggenda, serviva a legare i cavalli. La camera sepolcrale, con i suoi dieci metri di lunghezza, è un corridoio sotterraneo delineato da imponenti lastre di pietra. In fondo, un sarcofago quadrangolare si erge sopra il corridoio, e l'ingresso si apre alla base di una maestosa stele in arenaria, alta quasi tre metri. Ai lati, due imponenti lastre formano un'elegante esedra. Questo spazio di fronte all'ingresso era sacro, riservato ai riti in onore dei defunti.
Questa tomba straordinaria è inclusa nel Museo del Territorio sa Corona Arrùbia, un luogo che si estende tra le colline e i tavolati basaltici di Collinas e Lunamatrona, coperti da un mantello di licheni rossi. Il museo presenta varie sezioni tematiche, che esplorano la botanica, la fauna, la geologia e l'antropologia del territorio. Una parte della collezione è dedicata a una raccolta di circa duecento giocattoli tradizionali. Puoi salire su una seggiovia per raggiungere il museo e godere di una vista panoramica sui maestosi monumenti megalitici delle Giare.
Infine, sebbene leggermente fuori tema rispetto agli altri tesori di Lunamatrona, il Museo Dea Luna si erge come una tappa imprescindibile per chiunque desideri comprenderne la storia sociale più recente. La collezione qui esposta racconta la vita degli anni Sessanta del Novecento, offrendo uno sguardo sulle trasformazioni sociali che hanno plasmato la comunità locale in quel decennio storico. Un'opportunità unica per tuffarsi nell'atmosfera di un'epoca ormai passata.