Villanovaforru

Villanovaforru, 09020 (Medio Campidano)

Villanovaforru, un affascinante borgo di appena 600 abitanti, giace placido sulle dolci colline della meravigliosa Marmilla. Questo gioiello della cultura è emerso con forza sulla scena a metà del Novecento, grazie alla scoperta del nuraghe Genna Maria e all'inaugurazione del museo archeologico che ne è l'anello di congiunzione.

Incantevole borgo con uno dei più significativi gioielli dell'antica civiltà nuragica

Villanovaforru - Museo Archeologico Genna Maria

Il complesso nuragico si erge con maestosità sulla cima di una collina, offrendoti uno sguardo privilegiato sulle prime fasi della vita di questo antico centro. Qui, un torrione centrale, risalente al XV secolo a.C., si erge come sentinella, abbracciato da un bastione costituito da quattro possenti torri, unite da spesse mura che circondano un cortile contenente un pozzo parzialmente scavato nella roccia. Questa imponente struttura è poi racchiusa da un antemurale dalle forme quadrate, presidiato da una cinta muraria custodita da sei possenti torri angolari. Tutto intorno, sia all'interno che all'esterno, si estende il villaggio, un complesso costruito attraverso il susseguirsi di diverse epoche.

Le capanne più avanzate svelano strutture centrali complesse, ornate da varie forme decorative. Durante l'Età del Ferro (IX-VIII a.C.), il complesso nuragico fu adibito a fini votivi, come attestato dagli oggetti rinvenuti. Questi inestimabili reperti, spazianti su sette secoli di storia, riposano all'interno di una sontuosa palazzina ottocentesca, in passato Montegranatico e oggi sede di un museo straordinario.

Il Museo Archeologico custodisce non solo i tesori provenienti dal nuraghe Genna Maria, ma anche le scoperte di altri siti che abbracciano epoche prenuragiche, nuragiche, puniche, romane e tardoantiche. Questi reperti provengono da villaggi, necropoli e tombe monumentali sparsi nella regione della Marmilla. Al suo interno, i visitatori possono rivivere la quotidianità dei popoli nuragici e l'evoluzione dei riti sacri, dall'antica venerazione di Demetra e Core all'epoca bizantina.

E non è tutto: il Parco Archeologico di Pinn'e e Maiolu affascina con le sue testimonianze dell'insediamento di popolazioni preistoriche, trasportandoci indietro nel tempo.

L'aspetto del centro abitato di Villanovaforru è ancorato al XVII secolo, poiché il paese nacque sotto il dominio spagnolo. Le case del borgo sono state costruite secondo la tradizione agricola del Medio Campidano, un'architettura che conserva il fascino del passato.

La comunità di Villanovaforru è particolarmente devota a Santa Marina di Orense, una martire spagnola che viene festeggiata due volte all'anno (lunedì e martedì dopo Pasqua e a metà luglio). In suo onore sorge una magnifica chiesa stratificata, che attira numerosi pellegrini. La processione in suo onore è un'esperienza unica, con i coggius, i canti liturgici, l'Ave Maria e il rosario recitati in sardo. Le donne anziane coltivano con cura il basilico, che viene benedetto durante la festa e posto accanto alla statua della santa. Ogni fedele riceve un piccolo rametto da portare a casa. Questa tradizione è al centro del film "Is frabbicas de Santa Marina" del regista Piero Tatti.

Altre celebrazioni includono il 20 gennaio per San Sebastiano, a metà maggio per Sant'Isidoro e all'inizio di ottobre per San Francesco, a cui è dedicata la parrocchiale.

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