Siddi
Situato nel cuore della Marmilla, Siddi è un borgo rurale di circa 600 abitanti che sorge a 187 metri s.l.m. su un’ampia zona di morbide colline e ampi tratti pianeggianti, circondato e protetto da un altopiano basaltico formatosi circa 2,5 milioni di anni fa (Su Pranu de Siddi) e coperto da una folta, colorata e profumata macchia mediterranea. Diversi gli endemismi presenti, insieme a boschi di lecci e roverelle, che si arrampicano sui suoi orli a strapiombo.
Un viaggio tra preistoria e natura in un piccolo borgo abbracciato da dolci colline
Sul pianoro, da dove si domina la vasta piana sottostante con visioni panoramiche mozzafiato, si conservano numerose tracce delle popolazioni preistoriche che per lungo tempo hanno frequentato questi luoghi (dal Neolitico fino ad oggi per oltre 6.000 anni). Fra queste spicca la maestosa tomba di giganti Sa Domu ’e s’Orcu, uno fra i più straordinari esempi di architettura funeraria nuragica della Sardegna per monumentalità e stato di conservazione.
Altro sito di grande importanza dell’altipiano siddese è Sa Fogaia, singolare, antico ed enigmatico nuraghe a corridoio complesso, che si trova nella zona panoramica del Parco Naturalistico Archeologico Sa Fogaia. Il parco è dotato di vari servizi per i visitatori (area pic nic con tavoli, punti cottura, punti acqua, sevizi igienici ecc.), e inoltre, percorrendone i sentieri, è possibile osservare millenarie rocce basaltiche, tracce di antiche attività umane (terrazzamenti per lavori agricoli, recinti di pastori ed altro), vari animali e gran parte delle specie vegetali, anche endemiche e rare, presenti nel territorio della Marmilla e nella Sardegna meridionale.
Non si hanno purtroppo notizie certe sulle origini di Siddi, da riferirsi assai probabilmente all’età romana, con il nucleo primario forse derivato da un aggregato rurale (vicus rusticus). Le prime attestazioni documentarie conosciute risalgono comunque al Medioevo, e derivano da documenti conservati negli Archivi Vaticani riguardanti le riscossioni delle decime in Sardegna per gli anni 1346-1350 e 1357-1359.
Il suo paesaggio rurale si sviluppa attraverso dolci colline e ambienti pianeggianti, fra distese di grano, altri campi coltivati ed orti, insieme a vigneti e antichi mandorleti, e poi giovani oliveti e maestosi olivi secolari. Questi ultimi, grandi e possenti come antiche sentinelle, spiccano per numero, forma e colore.
Il borgo, che mostra forma allungata e stretta, conserva un grazioso centro storico. Vie lastricate di pietra basaltica, scorci all’improvviso, tipiche abitazioni fatte con pietre locali e ladiri (mattoni di fango e paglia). Piano piano, percorrendone gli stretti vicoli spesso deliziosi, è possibile scoprire tutti i suoi segreti.
Sulla piazza centrale si affaccia la settecentesca chiesa parrocchiale intitolata alla Visitazione di Maria Vergine, col suo alto campanile di fine ’600. Al suo interno si trovano diverse opere di pregio. Tra queste spicca, nell’altare maggiore, una preziosa statua lignea della Madonna col Bambino decorata in estofado de oro. Realizzata all’inizio del XVII secolo e attribuita all’artista napoletano Aniello Stellato, rappresenta una delle più preziose testimonianze artistiche del primo Seicento nel territorio regionale sardo e una delle opere più notevoli tra quelle importate da Napoli in Sardegna, si tratta insomma di un capolavoro.
Di fronte alla parrocchiale è l’edificio che ha ospitato l’ospedale Managu, raro ed importante esempio di struttura ospedaliera funzionante nella Sardegna rurale della seconda metà dell’800. Di grande importanza nella storia dell’abitato, oggi una sua parte ospita il Museo Ornitologico della Sardegna, che costituisce oggi l’unico museo ornitologico dell’isola, nonché la più completa collezione museale di uccelli attualmente presente in Sardegna. L’esposizione si compone infatti di oltre 300 esemplari (rappresentati in 19 ordini e 51 famiglie), tutti appartenenti alla fauna stanziale e migratrice che popola i diversi habitat dell’isola.
A poca distanza si trovano alcune case tradizionali a corte, costruzioni originali e preziose. Fra queste la Casa Steri, seicentesca dimora ora sede dell’affascinante Museo delle Tradizioni Agroalimentari della Sardegna. Al suo interno, in un percorso tra spazi chiusi e aperti, oggetti e descrizioni di funzioni e contesti d’uso, si raccontano le antiche tecniche di produzione agropastorale del territorio della Marmilla e della Sardegna del passato.
Da queste tipologie costruttive si differenzia un po’ la Casa Puddu, elegante palazzotto signorile in stile Neoclassico dei primi anni del Novecento, unico esempio del genere in paese, oggi sede di un ristorante.
Nelle vicinanze è anche il grande edificio dell’ex pastificio Puddu (copre una superficie di 9.123 mq, di cui 3.350 coperti), che è stato nel recente passato la più importante fabbrica di pasta della Sardegna (sia per quantità che per qualità di produzione), ricevendo pure dei premi nazionali (Ercole d’oro 1971). Inaugurato nel 1950 da Francesco Puddu, il pastificio è stato anche un preciso punto di riferimento per tante famiglie, sarde e non, per gli operatori commerciali dell’isola e per la vita e l’economia del paese di Siddi e del territorio circostante.
Poco più avanti troverai infine la deliziosa chiesa romanica di San Michele Arcangelo. Costruita nella seconda metà del XIII secolo, risulta una tra le più piccole chiese a due navate dell’isola. Nell’architrave del portale sinistro è di notevole interesse un il ciclo scultoreo con la presenza di figure antropomorfe e un “capovolto”: un unicum nel panorama scultoreo medioevale sardo.
In paese si trovano anche abili artigiani e gustose produzioni locali, dalla pasta al pane, dal miele ai dolci, dal vino all’olio, dal formaggio ai prodotti dell’orto, dai ricami alle launeddas. Si organizzano feste tradizionali, manifestazioni ed eventi culturali. Fra tutti Appetitosamente, Festival Regionale del Buon Cibo.
Per lungo tempo il paese di Siddi ha vissuto di agricoltura, soprattutto, e pastorizia. A partire dagli anni ’50 del secolo scorso l’apertura del pastificio ha introdotto nella comunità il lavoro in fabbrica, mentre oggi si opera per la valorizzazione del suo patrimonio culturale, ambientale e produttivo, puntando sulla qualità e sul rispetto dell’ambiente.
A Siddi i visitatori possono infatti scoprire un territorio ricco di bellezze naturali, produzioni artigianali, buon cibo, tradizioni antiche e monumenti di particolare interesse archeologico, storico e artistico.
Qui l’uomo è riuscito a stabilire un giusto equilibrio con l’ambiente che gli sta intorno, anche grazie al suo vivere quotidiano semplice e lento.
Qui il silenzio e la quiete sono ritempranti, e la cordialità è quella tipica degli ambienti rurali, fatta di piccoli gesti e di un grande senso dell’ospitalità.