Barumini

Barumini, 09021 (Medio Campidano)

Nel cuore della suggestiva regione della Marmilla, incastonato nella valle sinuosa del fiume Mannu e all'ombra della maestosa Giara, si percepisce un'atmosfera straordinaria. Sin dai tempi della preistoria, Barumini è stato l'epicentro di un territorio intriso di ricchezza e storia millenaria. Quest'oggi, abitato da una comunità di circa 1300 persone, si erge come uno dei luoghi di cultura più affascinanti dell'intera Isola.

Borgo millenario che incarna l'essenza di un'epoca leggendaria

Area Archeologica Su Nuraxi

All’ingresso dell’abitato sorge un complesso monumentale che ha varcato i confini dell'Isola, rendendosi celebre a livello mondiale: Su Nuraxi, un sito archeologico unico in Sardegna, dichiarato Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO nel 1997. Questo non è solo il più imponente tra i trenta siti nuragici circostanti, ma costituisce il lascito più prezioso dell'antica civiltà nuragica. I ricercatori condussero gli scavi archeologici a metà del ventesimo secolo, sotto la guida di Giovanni Lilliu, noto come il "padre" degli archeologi sardi. A breve distanza da Su Nuraxi, sorge il centro culturale intitolato in suo onore, un luogo dove si intrecciano eventi, concerti e mostre, sia permanenti che temporanee, dedicati all'archeologia e all'artigianato in uno scenario che è inimitabile nella sua bellezza.

Su Nuraxi è stato costruito integralmente con massicci blocchi di basalto e vanta una stratificazione che copre due millenni, spaziando dal sedicesimo secolo a.C. al settimo secolo d.C. È un complesso nuragico caratterizzato da un bastione con una torre centrale di diciotto metri d'altezza, affiancato da quattro torri angolari e circondato da un labirinto composto da cinquanta capanne risalenti all'Età del Bronzo, pozzi e cisterne.

Le origini preistoriche di Barumini sono altresì attestate da un altro nuraghe trilobato, nel cuore del paese, che risale al sedicesimo secolo a.C. Questo nuraghe, noto come Nuraxi e’ Cresia (‘nuraghe della chiesa’), è venuto alla luce durante il restauro di Casa Zapata, meravigliosa dimora costruita nel XVI secolo dai baroni aragonesi, giunti in Sardegna nel 1323. Questa residenza rappresenta un raro esempio di architettura civile ispanica di ispirazione rinascimentale. Un'esperienza unica attende chi visita questa splendida dimora baronale, dove la storia dell'antica famiglia e il loro ruolo fondamentale nel tessuto economico della città si fondono con la suggestiva presenza del nuraghe, che può essere visitato all'interno della storica residenza. Dal 2006, il palazzo nobiliare, insieme al suo giardino e alla corte, ospita un polo museale che conserva due torri del monumento nuragico, visibili dall'alto grazie a passerelle sospese e pavimenti trasparenti. Il museo, gestito dalla Fondazione Barumini Sistema Cultura (www.fondazionebarumini.it), espone 180 reperti rinvenuti nelle vicinanze di Su Nuraxi. Le altre sezioni, allestite nella corte rustica, sono dedicate all'archivio storico e all'etnografia, ospitando anche il museo regionale delle launeddas, tradizionali strumenti musicali a tre canne.

Barumini ha lasciato testimonianze del suo passato anche in epoca romana, con tracce di mura che attestano la sua esistenza. Nel Medioevo, fu inglobato nel giudicato di Arborea, e ancor oggi conserva nel suo centro storico magnifici esempi di architettura religiosa, come le chiese di San Nicola, dallo stile arcaico-pisano, e San Giovanni, risalente al XIII secolo. Non da ultimo, il Convento dei Cappuccini, un'opera architettonica di interesse storico, che mantiene un profondo legame con la comunità locale, svelando così un capitolo importante della storia di Barumini.

Le alture basaltiche della vicina Giara, che ospitano i celebri cavallini le cui origini sono avvolte nel mistero, offrono l'ambiente ideale per emozionanti escursioni a piedi e in bicicletta. Qui, potrai osservare questi nobili animali mentre pascolano tra querce da sughero secolari, roverelle, lecci, macchia mediterranea e laghetti temporanei, regalando un'esperienza indimenticabile.

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